di Cristiana Piraino

E’ importante sapere dove vanno a finire le cose, quando le buttiamo.

Passeggiando sulle spiagge è possibile raccogliere i rifiuti che il mare giustamente “ri-sputa” sulla terra, restituendo ciò che in realtà non vuole. E’ il caso di questi bastoncini colorati, raccolti dai bambini per gioco sul litorale pontino, vicino a Roma.

Al principio credevo che fossero parti di qualcosa che si utilizza in mare, da pescatori ad esempio. Ma da una attenta osservazione mi sono accorta che si trattava invece di Cotton-fioc, ovviamente gettati nel water dopo l’utilizzo. Hanno perso la copertura in cotone sulle estremità, che è biodegradabile, mentre la struttura stessa in plastica rimane intatta ed impiegherà almeno 500 anni per degradarsi.

Proprio i bastoncini che servono per l’igiene delle orecchie. Incredibile! Mi accorgo che la spiaggia ne è piena. Nella foto ci sono solamente alcuni dei bastoncini raccolti in pochi minuti. Ma come è possibile che per anni abbiamo continuato a gettare nel water pezzi di plastica senza renderci conto del danno che avremmo provocato?

I produttori di Cotton-fioc come si pongono davanti a questo problema? da QUANTO TEMPO  il consumatore viene avvisato che i Cotton-fioc vanno gettati tra i rifiuti di plastica, ma soprattutto ad oggi esiste un cotton-fioc che sia completamente biodegradabile?

Ho posto queste stesse domande alla Johnson & Johnson, multinazionale e colosso del settore dei prodotti per la cura personale. Ecco la loro risposta:

Voce ai produttori

La Johnson & Johnson crede che una larga parte della responsabilità per la tutela dell’ambiente sia con i produttori di prodotti di largo consumo ed è per questo motivo che è alla continua ricerca di soluzioni che possano significativamente contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale. In risposta a questo obiettivo, la nostra compagnia  ha incluso il prodotto Cotton-fioc all’interno di progetti per valutare e ridurre l’impatto ambientale dei materiali e dei processi produttivi.

La composizione del bastoncino è stata oggetto di specifici studi per valutare correttamente la migliore opzione da tutti i punti di vista. Dal Luglio 2002, la Johnson & Johnson in conformità con la legge pertinente, ha iniziato a produrre cotton-fioc biodegradabili rendendoli ecologici e   non-inquinanti. La biodegrabilità del prodotto fa sì che per cause naturali, il bastoncino del cotto-fioc cominci il suo processo di biodegrazione in un breve periodo di tempo. 

Per tale motivo escludiamo che nella  foto dei bastoncini raccolti dalla spiaggia da Lei inviata, possa esserci prodotto italiano della Johnson & Johnson e riteniamo che il materiale possa invece appartenere a produttori locali che utilizzano polimeri plastici non biodegradabili.
Vorremmo inoltre segnalare che  già da lungo tempo la J&J ha preso la decisione di utilizzare come packaging esterno un contenitore in cartoncino riciclato, per minimizzare l’impatto ambientale e massimizzare il riutilizzo delle risorse naturali.

Al fine di permettere un corretto smaltimento  del nostro prodotto, sull’imballaggio esterno vengono chiaramente riportate informazioni riguardo la biodegradabilità e le istruzioni riguardo la gestione del rifiuto.

 

ecco cosa c’è scritto sulla confezione dei Cotton-fioc dell J&J:

Il bastoncino è biodegradabile e deve essere utilizzato entro la data di scadenza riportata sul coperchio del bastoncino. Si consiglia di gettarlo negli appositi contenitori di raccolta rifiuti. (nota: Una apposita icona invita a NON GETTARE nel water)

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Ottimo! Una grande azienda come la J&J si comporta bene e cerca di tracciare le linee guida per una produzione eco-compatibile e per il corretto smaltimento dei residui. Considerando che dal 2002, secondo la legge pertinente, il cotton-fioc deve essere biodegradabile, dovrei credere che i bastonciti trovati sulla spiaggia siano stati prodotti prima del 2002. In considerazione del fatto che i bastoncini impiegano almeno 500 anni per degradarsi, qui potrenmmo essere in presenza di veri e propri ‘reperti’ vintage post bellici.

Dunque prima di gettare ogni piccolo oggetto cerchiamo di pensare a dove finirà perchè la somma di tanti piccoli oggetti è ciò che sta soffocando i nostri mari e le nostre terre. 

Quanto tempo per degradarsi

Fazzoletto di carta: 4 settimane
Giornale: 6 settimane
Rivista periodico: 10 mesi
Maglia di lana: 10 mesi
Sigaretta: 2 anni
Gomma da masticare: 5 anni
Barattolo di latta: 50 anni
Contenitore di polistirolo: 50 anni
Lattina di alluminio: 100 anni
Sacchetto di plastica: 500 anni
Tessuto sintetico: 500 anni
Bottiglia di plastica: fino a 1.000 anni
Bottiglia di vetro: tempo indeterminato